martedì 11 aprile 2017

La storia del re e dei commensali

C'era una volta un sovrano molto ricco,  molto potente e molto generoso, il quale volle testare la coscienza del suo popolo, e così invitò i dignitari, i potenti, i banchieri, gli ufficiali, i padroni terrieri e tutti i nobili del suo regno a prendere parte ad un banchetto sontuoso e opulento. 

La tavola del Re era piena d'ogni leccornia e d'ogni sorta di cibo: piatti con carne, pesce, grigliate, frutta e verdura, formaggi e vino d'ogni luogo abbondavano sulla mensa riccamente addobbata. Eppure, il Re vide che non solo i suoi commensali non lo consideravano poi molto, occupati com'erano a mangiare, ma che si permettevano anche di arrivare in ritardo, non presentarsi, e si permettevano perfino di non salutarlo! Semplicemente, si mettevano a tavola e iniziavano il pasto mangiando con ingordigia. Certamente, il sovrano disprezzava quella mancanza di rispetto e si augurò che le cose cambiassero col tempo, ma ciò non accadde. 



Così il banchetto andò avanti per tre giorni, dopodiché il Re decise chiamare i suoi servi nella sua sala del consiglio e rivolse loro queste parole:
- Miei cari servitori, da oggi, alcuni di voi mi renderanno un servizio speciale. Quando io sarò a tavola con i nobili del regno, voi passate e rubate quel che vi aggrada, e mangiatelo davanti a tutti. State tranquilli che non avrete alcuna punizione per questo.- 

Il giorno seguente, al pranzo, un servo passò vicino al Sindaco della città e gli prese una coscia di pollo dal piatto, mangiandola. Il dignitario, stizzito, si rivolse al Re e disse:
- ma non hai visto quello che ha fatto il tuo servo?-  E il re rispose:
- No, non ho visto nulla.-
Dopo un'ora, un altro servo, servendo la coppa del Ministro degli Esteri, tracannò il rimanente della bottiglia appoggiando le proprie labbra direttamente alla preziosa anfora. Il Ministro, rosso in volto per l'affronto, si girò verso il sovrano e urlò:
- Mio re, non vedi che i tuoi servi rubano dalla tua tavola?-
- Assolutamente io non ho visto niente.- disse il re, per nulla turbato.
Il terzo servo, proprio dal piatto del Re, aveva allungato le mani e preso un bel pane bianco raffinato. Il Generale che si trovava al fianco del re disse, sconvolto:
- Mio Signore, i tuoi servi rubano dal tuo stesso piatto, e tu non li vedi.-
Allorché il Re si alzò in piedi e, attirando l'attenzione, disse rivolto a tutti.
- Anche voi rubate dal mio piatto e mangiate i miei doni senza alcun rispetto. Non avete reso grazie quando abbiamo iniziato a mangiare, né quando vi alzate per andarvene mi rendete un saluto. Non avete rispetto di quello che io ho portato sulla tavola, ma piuttosto vi riempite la pancia senza alcuna esitazione: non guardate a coloro che non ce l'hanno e siete tronfi nella vostra supponenza.- 

E detto questo, ordinò che i nobili venissero espulsi dal palazzo e concluse il banchetto. 

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